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Lui & Lei

La prima sera da lui - parte prima


di Maddalena69
07.11.2018    |    5.471    |    3 9.4
"Il passaggio si ripete con l'altra calza..."
Un gioco di sfide.
A chi rilancia ed a chi provoca di più: questo è stato il nostro rapporto epistolare per circa tre mesi.
E la dinamica si è ripetuta sempre uguale a se stessa: mi avvolgeva come una lenta spira e mi liberava nel vuoto all'improvviso.
Un iniziale crescendo di intesa ed intrigo mentale, love-bombing di messaggi fino ad essere portata al climax delle aspettative. Poi finalmente emerge un punto fermo: si decide una data per il nostro appuntamento. E successivamente sempre la stessa doccia fredda: la sua disdetta a lasciarmi l'amaro in bocca.
Al punto di aver incrinato la mia fiducia in lui, nell'affascinante sconosciuto.
Anzi, bastardo è la parola giusta, e così si definisce lui stesso spesso in calce alle missive, tutte scritte in perfetto italiano.
Ed io? Arrabbiata e delusa, poi rassegnata ed infine decisa a togliermelo dalla testa.
Ma dalla testa costui non si toglie facilmente.
Apparentemente sembro libera e felice di condurre la mia vita ma poi come una stupida mi vado a rileggere le sue mail che mi hanno trasmesso tante emozioni. Cosa spero in questa lettura? Tanto non mi vuole veramente, penso, e dunque non mi merita.
Ma non posso prendermi in giro: io ho voglia di conoscerlo quest'uomo, di accostarmi a lui che sa come provocarmi, che sa come prendermi, che riesce ad esaltare ancora quei (pochi) lati nascosti della mia personalità e della mia sessualità.

Ebbene ho accettato l'ultima sfida.
Stasera vado a casa sua.
Ma ho dovuto accettare le sue condizioni.
E non era mai accaduto che fossi così supina ad accettare condizioni poste da un uomo. Ma stavolta l'ho fatto.
Voglio vederlo, voglio parlargli, voglio divertirmi, voglio lasciarmi andare come mai ho fatto in questo periodo di riscoperta della mia sessualità o meglio libertà interiore.
Ho un desiderio ferino di incontrarlo e devo sottostare alle sue condizioni.
Mi ha scritto, ieri, di vestirmi come una troia. Mi vuole con un abito corto, autoreggenti a rete e stivali.
L'abito deve far vedere, mi ha chiesto, la balza in pizzo delle autoreggenti.
Ho tentennato quando mi ha proposto questo. Non sono il tipo, e lui lo sa, di atteggiarmi a questo modo.
Io mi pregio di avere un fascino sottile, più cerebrale, che emana dalla mia personalità.
So provocare, ed i miei followers su questo sito lo sanno, ma ora ho deciso di lasciarmi condurre nel gioco.
Sarò troia come vuole lui!
Sul letto il vestitino rosso, corto, comprato per l'occasione; le autoreggenti a rete piccola, con una balza ricamata in pizzo che, sono sicura, lo faranno impazzire; e poi gli stivali, fino al ginocchio.
E scelgo un completino intimo in seta rosa trasparente: l'unica prescrizione che non mi è stata fornita dal mio sconosciuto e probabile partner.
Ora, dopo la doccia, sono nuda davanti allo specchio.
Mi guardo, penso l'effetto che posso fare su di lui.
Mi piaccio, penso ancora mentalmente a come sedurlo appena ci vediamo.
Poi raccolgo dal letto la calza autoreggente e, con studiata lentezza, la indosso, facendo salire il tessuto lentamente lungo la coscia e sistemando la balza elasticizzata con cura, tendendola tutta affinché sia ben aderente alla coscia.
Il passaggio si ripete con l'altra calza. La porto su.
Eccomi, di nuovo di fronte allo specchio, nuda solo con le autoreggenti a rete indosso.
So che mi farà restare così tutta la sera, dopo avermi spogliato, so che lo eccita tantissimo. Mi ha preannunciato anche cosa farà di quel tessuto, ma lascio a voi lettori l'immaginazione e la fantasia del prosieguo.
Poi, proseguendo nella mia vestizione come fosse una cerimonia, indosso l'intimo: la trama in pizzo del reggiseno non nasconde i capezzoli, già duri sotto la stoffa, e - sempre con lo specchio davanti - mi volto per vedere lo slip perfettamente aderente al mio lato b, sodo ed asciutto, che si incunea nel solco delle mie natiche.
Effetto devastante alla vista, penso. E mi compiaccio.
Il vestito rosso: lo indosso con attenzione, l'ho acquistato per lui. Corto, lascia lo spiraglio all'accenno della balza delle autoreggenti, come mi ha chiesto.
Non avrei mai osato così, fino ad oggi. Provocante, certo, ma mai ho ostentato come stasera.
Mi ha preso la testa e non solo la testa!
Sono già eccitata all'idea di presentarmi così, sento già l'umido tra le mie gambe, non riesco quasi a concepire che l'appuntamento sarà tra più di mezz'ora.
Vorrei essere presa adesso, qui, vorrei che mi vedesse così, già con i capezzoli duri, con un'eccitazione evidente.
Mi calmo, cerco di razionalizzare, per quanto è possibile, ed indosso gli stivali.
Alti.
Rimane scoperta un po' di coscia sotto il vestito, con il nero della balza ricamata e la rete del tessuto.
Prendo l'impermeabile e lo indosso.
Copre le mie nudità, il mio essere troia - come mi vuole lui stasera - sotto quel soprabito.
In uno stato di eccitazione crescente, chiamo il taxi.
Tra poco sarò da lui.


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